Crostini coi fegatini

Il classico crostino toscano trae le sue origini dai tempi degli antichi romani, quando era comune usare le fette di pane per raccogliere oli, sughetti e pezzetti di carne che rimanevano sui vassoi dai quali ogni commensale poteva attingere liberamente. Dal Medioevo il cibo cominciò ad essere servito in piatti individuali, ma in Toscana l’abitudine del “crostino” si rafforzò ulteriormente diventando un modo per poter consumare fino all’ultimo pezzo di pane; risorsa primaria per le famiglie più povere. Veniva abbrustolito, bagnato nel brodo o nel vino e ricoperto con un trito delle parti più povere degli animali. Anche i nobili adoravano i crostini e il loro consumo dette vita ad un’altra tradizione culinaria: l’antipasto, che si diffuse ben presto nelle altre corti europee.
Oggi l’antipasto toscano per antonomasia è fatto con i crostini di fegatini. Essi vengono preparati con molte varianti a seconda del campanile ed è raro assaggiarne due uguali.
La ricetta tipica prevede una salsa a base di fegatini di pollo (o/e di milza), olio, capperi, acciughe, cipolla, che viene spalmata sul pane caldo. Un motivo di grande discussione fra i vari gastronomi del territorio e sulla scelta del pane: se ad esempio bisogna usare la frusta o il classico bianco. E poi ancora, c’è chi li bagna con il brodo, chi li frigge e chi li lascia asciutti. Qualsiasi versione siano, resta il fatto che i crostini coi fegatini sono l’antipasto per eccellenza che non manca mai in un pasto di rilievo nel territorio Toscano.

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