Il mio bel San Giovanni, i misteri del Battistero

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Experiencity Category: Esperienze CulturaliExperiencity Tags: San Giovanni, Battistero e Firenze

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  • « Non mi parean [i fori] men ampi né maggiori
    che que’ che son nel mio bel San Giovanni,
    fatti per loco de’ battezzatori »
    ( Dante Alighieri, Divina Commedia, inferno XIX canto)
    Firenze è una città ammirata e studiata in tutto il mondo, i suoi monumenti, l’arte e la bellezza che si cela dietro ogni singola pietra, sono le basi dell’antica conoscenza che è sempre stata protetta in città e rappresentata ovunque durante il Rinascimento, ma è proprio quando pensiamo di aver “imparato” nella vita, che ci rendiamo conto di non sapere. Le “nozioni” non sono sufficienti a togliere la sete di domande che il nostro intuito ci pone davanti a meraviglie, quali per esempio; il Battistero del San Giovanni di Firenze. Una cosa certa l’ho imparata, la casualità a Firenze non è di casa, ogni antica pietra, ogni monumento, ogni piccola cosa ha una sua storia, una logica spiegazione al perché della sua collocazione, e che sia per raccontare una leggenda o un aneddoto come facevano gli antichi con i Miti, è un mistero da provare a comprendere. Il Battistero, tempio dedicato al Dio Marte in antichità, fu fondato tra il IV e il V secolo d.C., i primi racconti certi trovati per iscritto, risalgono al marzo 897, descrivendolo come fonte battesimale e quale Cattedrale. Nel 1059 Papa Niccolò II lo consacrò Basilica, e nel 1128 divenne solo Battistero. Questa era anche l’antica sede per “l’investitura di cavalieri e poeti” come Dante ci ricorda nel canto XXV del Paradiso della Divina Commedia, sognando di ritornare in città dall’esilio, con la testa cinta del cappello di alloro. Il Battistero, dedicato a San Giovanni patrono di Firenze, è di forma ottagonale, numero che indica il giorno del Signore, sette sono i giorni della creazione nell’Antico Testamento, l’Ottavo celebra il Signore, nel Nuovo Testamento, ma anche già in età paleocristiana, con la concezione Pitagorica, il numero otto e le sembianze a esso associate, simboleggiavano l’accesso all’acqua della fonte battesimale come celebrazione della vita/morte, l’acqua e il suo potere di rinnovare e purificare. Il battistero cela misteri e racconti, al suo interno una meridiana solstiziale realizzata nel XI secolo, la quale nel giorno del solstizio estivo del 21 giugno, in prossimità del mezzogiorno solare, un raggio di sole penetrava attraverso il foro al vertice della cupola, ed andava ad illuminare la porzione dello zodiaco marmoreo che è presente sul pavimento. La meridiana rimase in funzione solo per un paio di secoli, successivamente venne otturato il foro di entrata del sole realizzando la lanterna che svetta sopra la cupola. Continuando a osservare il pavimento al centro dello zodiaco, possiamo osservare un sole circondato da una “misteriosa” scritta palindroma, ( che può essere letta da entrambi i lati destro e sinistro) usando un latino non classico, ma con deformazioni “criptiche”, un Rotor che dice: “en giro torte sol ciclos et rotor igne” ( io sole, col fuoco faccio girare tortamente i cerchi e giro anche io), quando la meridiana solstiziale era ancora in uso si illuminava il centro della scritta, come lo stesso uso era applicato alle cattedrali gotiche francesi costruite con la conoscenza della Geometria Sacra. Ancora all’interno del Battistero di San Giovanni, abbiamo un’altra curiosità, un grande monumento funebre che custodisce le spoglie di un Papa, Giovanni XXIII, al secolo Baldassarre Cossa ( 1370-1419) meglio conosciuto come l’antipapa, colui che fu accusato di essere un avvelenatore e aver venduto l’anima al diavolo, protetto da Giovanni di Bicci de’ Medici e da Cosimo il Vecchio, fu deposto durante il Concilio di Costanza del 1415. Uscendo dal Battistero pieni di domande nella testa per cercare di comprenderne la bellezza e l’essenza della sua costruzione, i marmi bianchi e verdi che svettano di bellezza dopo la loro ristrutturazione celano ancora un piccolo e poco conosciuto mistero, sul lato esterno che guarda verso via Roma, in basso un bassorilievo rettangolare con la rappresentazione di una battaglia navale, ma osservando attentamente possiamo vedere un antico sarcofago romano a testimonianza delle antiche origini romane della città.

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