Cenacoli a Firenze

La rappresentazione dell’Ultima cena è un tema portante della storia dell’arte, solitamente rappresentata in conventi con altre scene cruciali della vita di Gesù, prese sempre più importanza diventando nel ‘400 la scena più riprodotta.
Firenze conserva molti esempi di diverse epoche e dimensioni di questa scena maestosa. Ecco cinque dei Cenacoli più interessanti e meno noti, sottolineando che se ne potrebbero elencare molti altri, da quello di Taddeo Gaddi a Santa Croce a quello di Domenico Ghirlandaio alla Badia di Passignano, tutti esempi eccellenti dell’opera di grandi maestri

Cenacolo di Fuligno
Firenze, Via Faenza 42, 50123
La scena è calma e serena, in un interno che però si apre in alto verso un paesaggio naturale scandito da un’architettura importante. La figura di Giuda è isolata da un lato del tavolo secondo un’iconografia consolidata, a sottolinearne l’identità, la mano sinistra stringe il sacchetto con i trenta denari.
Pietro Perugino e la sua scuola dipinsero intorno agli anni ‘30 del Quattrocento quest’Ultima Cena nel refettorio del convento delle monache francescane nel convento di Sant’Onofrio.
All’inizio del ‘400 il convento subì diversi lavori di rimodernamento e un periodo di favori e benessere che portarono anche all’intervento con la decorazione del Perugino.

Cenacolo di Sant’Apollonia
Firenze,Via XXVII Aprile 1, 50129
Un’opera, datata 1447, di grande importanza perché porta in se i caratteri del Rinascimento. Disegnata con gusto classico che rimanda al pensiero di Leon Battista Alberti, Andrea de Castagno dipinse, insieme a una Crocifissione, una Deposizione nel sepolcro e una Resurrezione, il Cenacolo sulla parete di fondo del refettorio di Sant’Apollonia.
Lo schema è piuttosto raro, con la figura di Giuda che è di spalle rispetto al gruppo e si trova alla sinistra di Cristo.

Cenacolo di Ognissanti
Firenze,Via Borgo Ognissanti 42, 50123
Una maestosa tavola di 8 metri circa, dipinta nel 1488, da Domenico Ghirlandaio presso il refettorio del convento di Ognissanti. Uno scenario caratterizzato da un’atmosfera serena che si apre su un fantastico paesaggio naturale sullo sfondo, con volatili e alberi. Al refettorio si accede da Nord attraverso il chiostro decorato con affreschi seicenteschi di Giovanni da San Giovanni, Jacopo Ligozzi, Filippo Tarchiani e altri.

Cenacolo di Andrea del Sarto
Firenze,Via di San Salvi 16, 50135
Un’opera di grande effetto, realizzata in modo elegante da uno degli artisti più importanti del Cinquecento, Andrea del Sarto. Il refettorio della chiesa di San Michele a San Salvi fu dipinto, intorno al 1527, con questa scena dove Giuda non è più isolato su un lato della mensa, ma più integrato nel gruppo degli apostoli. La particolarità dei due spettatori che assistono alla scena è inusuale ma conferisce ulteriore raffinatezza all’opera, la quale ha dato il nome al Museo che è stato ricavato in alcuni ambienti dell’ex monastero.

Cenacolo Museo San Marco
Il cenacolo in questione è il terzo ed ultimo di una serie di rappresentazioni firmate “Domenico Ghirlandaio” (gli altri sono il Cenacolo della Badia di Passignano del 1476 e il Cenacolo di Ognissanti del 1488). Venne commissionato dai frati domenicani del convento all’artista, nel momento più alto della sua carriera, per decorare il refettorio più piccolo, dove in genere mangiavano le persone ospiti del convento.
Notevole è la cura dei dettagli in questo affresco, che riesce a far trasparire le sensazioni e gli stati d’animo dei commensali. L’atmosfera è ben più seria, se paragonata alla rappresentazione di Ognissanti, con i personaggi composti e Giuda, sempre di spalle, con in mano il pezzo di pane offertogli da Gesù.

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