LA MADONNA DEL CARDELLINO

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Artwork Category: ArtworkArtwork Tags: Galleria Uffizi, Madonna e Raffaello

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  • Di Raffaello Sanzio Galleria degli Uffizi –  Sala 66

    Dipinto ad olio su tavola 107 x 77 cm,  databile intorno al 1506 -1507,  eseguito durante il suo  soggiorno a Firenze da Raffaello Sanzio.
    Il grande maestro  arriva a Firenze  nel 1504 all’età di appena 22 anni,  dopo  una  esperienza artistica trascorsa tra  la nativa Urbino   e Perugia sotto l’influenza dei due grandi maestri che allora dominavano l’ambiente del  centro Italia e dell’Umbria in particolare, Piero della Francesca  e il Perugino.
    Si presenta al gonfaloniere della repubblica fiorentina Pier Soderini  con la nota  lettera di accompagnamento scritta per lui dalla duchessa Giovanna della Rovere da Montefeltro  “Sarà lo esibitore di questa Raffaele pittore di Urbino, il quale avendo buono ingegno nel suo esercizio, ha deliberato stare qualche tempo in Fiorenza per imparare………….”.
    In quel periodo a Firenze  erano tornati a stabilirsi  Michelangelo, che rientrato da Roma, aveva da poco ultimato il David per la rinata repubblica fiorentina, e Leonardo da Vinci, rientrato da Milano dopo aver lavorato alla corte di Ludovico il Moro e con alle spalle l’esperienza dell’Ultima Cena.
    Firenze si presentava il quel momento al mondo come una città di avanguardia artistica,  come la capitale europea della Cultura; in questo clima fecondo  Raffaello ebbe occasione di conoscere e frequentare le botteghe di artisti fiorentini.
    Ma è l’influenza di Leonardo che ha il sopravvento all’inizio sul giovane pittore, anche se ha poi dimostrato  grandi capacità di saper cogliere tutto ciò che vedeva nell’ambiente della cultura artistica   e in altri autori e di  indirizzarlo e sintetizzarlo in uno stile completamente originale e creativo.
    La Madonna del Cardellino viene commissionata al giovane artista dal suo amico Lorenzo  Nasi, esponente di ricchi commercianti fiorentini di panni di lana, in occasione del matrimonio di Lorenzo Nasi con Sandra Canigiani, anch’essa esponente dell’alta borghesia locale.  Altre  due  Madonne saranno eseguite da Raffaello ( segnano assieme il periodo del gruppo delle Madonne) prima di lasciare Firenze nel 1509 chiamato a Roma dal papa Giulio II ,  la Bella Giardiniera esposta al Louvre, la Madonna del Belvedere esposta a Vienna.
    Il dipinto appena quarant’anni dopo, nel 1547,  subì dei seri danneggiamenti a seguito dello smottamento del terreno nella collina di  Costa S. Giorgio   che  coinvolse  la dimora ove vivevano i Nasi, facendola crollare , per cui  la tavola,  recuperata  sotto le macerie, fu ritrovata ridotta  in diciassette frammenti.
    Il dipinto fu rimontato e due frammenti  mancanti furono reintegrati . Il restauro all’epoca fu affidato  a Carlo Gamba e a Ridolfo del Ghirlandaio, come ha tramandato la cronaca del  Vasari.  Successivamente il dipinto è stato frutto di ulteriori ritocchi  con  sovramissione di materiali e spalmature, di patinature amalgamanti, volte a nascondere le fratture, ma che di fatto  ne alterarono il vivo cromatismo originale  raffaellito, grazie   ad un effetto dorato che aveva preso il sopravvento .
    Con il 2008 l’opera è stata presa in cura dal Laboratorio delle Pietre Dure  e fu sottoposta  ad un ciclo  approfondito  di indagini diagnostiche con i mezzi  più avanzati che la scienza ha messo a disposizione, che dettero anche la possibilità di ricostruire le fasi preparatorie del lavoro  del grande maestro. Dopo il felice restauro della tavola e del dipinto,  i colori  originali e le sfumature  sono tornati  in superficie  liberati dalla spessa crosta che li aveva bloccati per secoli.
    I personaggi rappresentati sul dipinto sono la Madonna, San Giovannino e Gesù Bambino. La scena coglie l’istante in cui la Madonna con un tenero sguardo osserva , sospendendo la lettura  del libro che sorregge con la mano sinistra, i due fanciulli  avvolgendo  in un affettuoso abbraccio San Giovannino appoggiato sulla sua gamba  destra,  mentre con  le sue ginocchia appena divaricate  fa  da appoggio al Bambino Gesù.  La Madonna è seduta, con il corpo impostato in asse ad una linea inclinata verso  la sua sinistra e a destra del quadro , ma la parte superiore  del corpo  è leggermente   ruotata in direzione dello spettatore, mentre   il volto  si mantiene  leggermente reclinato sulla sua destra con  lo sguardo su Giovannino che , a sua volta ruotato su stesso,  mostra un cardellino   al Bambino Gesù che risponde   accarezzando l’animalino.  I morbidi e naturali movimenti dei personaggi, marcati dall’effetto sfumato dei colori sui loro corpi e sull’abbigliamento della Madonna, compongono una situazione  decisamente tridimensionale a tutta la scena. I personaggi sono all’aperto , dietro di loro  è un paesaggio con richiami tipici  dell’ambiente rurale toscano,  con vari passaggi di sfondo, resi più chiari e leggebili dopo il fortunato restauro del 2008.
    L’impostazione della scena e del gruppo dei personaggi è organizzata  su una geometria a forma piramidale e sull’elemento triangolare ripetuto,  frutto dello stile  del rinascimento fiorentino e dell’applicazione leonardesca in particolare: il corpo della Madonna è racchiuso entro un triangolo, le gambe di San Giovannino sono divaricate a  a forma di triangolo, le braccia dei due bambini protesi verso il cardellino  formano un triangolo . Come vediamo  la matrice del triangolo è confermata anche dal numero tre dei personaggi che compongono la scena.

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