Tondo Doni

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Artwork Category: ArtworkArtwork Tags: Tondo Doni e Uffizi

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  • Il Tondo Doni (detto anche Sacra Famiglia), conservato nella Galleria degli Uffizi (sala XXV), è l’unico dipinto certo attribuito a Michelangelo giunto fino ai tempi d’oggi ed è l’unico dipinto dal grande Maestro che non sia un affresco.
    L’opera fu commissionata a Michelangelo dalla famiglia Doni dopo il rientro del  Maestro a Firenze da Roma, ove aveva concluso bruscamente  il suo primo periodo di attività artistica a servizio del papa Giulio II della Rovere. Il dipinto doveva segnare l’occasione delle nozze tra Angelo Doni e Maddalena Strozzi che si celebrarono tra la fine del 1503 e l’inizio del 1504, per cui il lavoro è databile intorno a questa data.
    Eseguito a tempera e non ad olio su una tavola tonda ( dim. cm 120 di diam. – 172 cm di diam. compresa la cornice) , nella  tipica forma  fiorentina del 1400, il dipinto è racchiuso entro la sua  cornice dorata originale, intagliata con cinque teste in rilievo, attribuita all’intagliatore  Domenico Del Tasso, artista contemporaneo.
    L’opera , pur convenzionale nel soggetto e nella sua forma del tondo (  La Madonna con il Bambino di Luca Signorelli dipinta intorno al 1490 per Lorenzo de’ Medici è un accostamento ricorrente della critica d’arte),  è decisamente rivoluzionaria nella iconografia e nel linguaggio.
    Il Maestro, di professione scultore  come  amava definirsi e firmare fino all’ora, trasferisce nell’opera  quello che è stato il suo pensiero costante sulla pittura :” Io dico che la pittura mi pare più tenuta buona quanto va verso il rilievo et però a me soleva parere che la scultura fussi la lanterna della pittura”.
    Il Tondo Doni  appare difatti come il naturale trasferimento sul quadro del pensiero che Michelangelo nutriva sull’arte  pittorica. Innanzitutto si notano   le novità  sull’abbigliamento della Madonna stessa, mai raffigurata in quel modo prima d’ora, senza velo, con le braccia scoperte quasi mascoline e in   una veste in foggia classica;  ma sono  principalmente   i personaggi sacri che esprimo al meglio le intenzioni del Maestro:  le figure sembrano quasi scolpite entro una sorta di materiale lapideo; la Sacra Famiglia è rappresentata come  uscita da un unico blocco marmoreo a forma piramidale, tanta è la sensazione espressa dal modo di  essere tra di loro  legate le tre figure ed intrecciate con le loro articolazioni. L’effetto chiaramente tridimensionale del gruppo della famiglia , quasi proteso ad uscire dal piano della tavola, viene accentuato dai colori decisi e contrastanti. La spazialità è ancora  di più sottolineata  dal  leggero avvitamento in cui viene sorpresa la Madonna nell’atto  in cui è intenta a prendere il Bambino che Giuseppe Le porge. Il movimento torsionale  è una chiara anticipazione michelangiolesca in campo artistico, nella scultura in particolare, che verrà ben presto fatto proprio dal movimento manierista che da li a poco subentrerà al classicismo rinascimentale.
    Michelangelo  nell’occasione del Tondo Doni  è ispirato oltre che  della sua fede  religiosa, dalla filosofia neoplatonica, punto d’incontro tra il pensiero platonico e la dottrina cristiana, tra l’umanesimo e i principi religiosi,  cui venne a contatto condividendola  fin dalla sua giovinezza e conoscendo di persona il più forte assertore del suo tempo, il fiorentino filoso Marsilio Ficino  :     Gesù passa dalle mani  di Giuseppe  a quelle della  Madonna, la Madonna lo accoglie, ma il Bambino appare in una posizione dominante, contrariamente agli esempi fino a quel tempo visti , simbolo dell’avvento nel nuovo mondo cristiano   santificato dalla grazia, il mondo “sub gratia”, che sta sopra il mondo “sub lege”, il mondo sotto la legge di Mosè, a cui la Madonna e Giuseppe appartengono per nascita.
    In secondo piano si scorge la figura di un fanciullo , San Giovannino, appoggiato serenamente su un muretto, con lo sguardo rivolto in direzione del  gruppo sacro della famiglia, consapevole  dell’avvento della verità.  Anche questo personaggio, nato sotto la legge di Mosè, indica un chiaro passaggio dell’evoluzione del mondo in senso cristiano.
    Dietro questi personaggi, in fondo alla scena, separati spazialmente e collocati in un tempo molto lontano, sono rappresentati i  “giovani nudi”, personaggi della mitologia, con lo sguardo rivolto altrove, avvolti nella melanconia ed immersi in un paesaggio pressoché desolante, simbolo del mondo “ante legem”,  della vita del  mondo vissuta prima dell’avvento della Legge di Mosè.

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